Bonifico ai figli, scopri gli errori comuni da evitare per non incorrere in problemi: ecco spiegato cosa fare per una donazione sicura
La donazione è un istituto previsto dall’articolo 769 del codice civile e consiste in un contratto attraverso cui un soggetto, definito donante, trasferisce un proprio diritto in capo a un altro soggetto, detto donatario, senza pretendere alcunché in cambio, in virtù di un atto di liberalità. Tuttavia, costituiscono donazioni vere e proprie soltanto quelle liberalità che determinano un incremento del patrimonio del donatario e una relativa diminuzione di quello del donante. Sempre secondo la disciplina normativa, la donazione definita ordinaria necessità dell’atto pubblico, sotto pena di nullità. Vediamo subito però quali sono le limitazioni fiscali cui bisogna prestare particolare attenzione per evitare di incorrere in problematiche di difficile risoluzione quando si dona del denaro.
Un recente orientamento della Corte di Cassazione ha sconfessato una circolare dell’Agenzia delle Entrate che aveva ad oggetto il pagamento dell’imposta di donazione. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Bonifici per regalare soldi: cosa fare per non avere guai fiscali
Negli ultimi tempi, soprattutto a causa dell’aumento del costo della vita, della crisi abitativa e delle innumerevoli difficoltà nel reperire un lavoro dignitoso – incontrate anche da persone molto qualificate – è diventato ormai estremamente ordinaria l’ipotesi in cui i genitori diano una mano ai figli per aiutarli con le spese. Questa circostanza è spesso obbligata e non riguarda soltanto gli studenti, ma anche persone più adulte. D’altronde, per poter vivere dignitosamente in città come Milano, in moltissimi casi, non si può fare a meno di un aiuto esterno. Ciò che bisogna sapere, quindi, è come funzionano le imposte sui bonifici con i quali comunemente si invia il denaro a figli o familiari. L’Agenzia delle Entrate lo aveva stabilito in una recente circolare.
La Circolare di cui si discorre è la 30/E/2015 che stabilisce che: “l’imposta di donazione si applica alle liberalità tra vivi che si caratterizzano per l’assenza di un atto scritto (soggetto a registrazione)”. Un recente orientamento della Corte di Cassazione ha però definito questa circolare come “imprecisa, incompleta e non condivisibile”, chiarendo molteplici dubbi sulle cosiddette donazioni indirette, come per esempio possono essere i bonifici bancari tra parenti, o tra genitori e figli.
La Sezione tributaria della Cassazione, nella sentenza n. 7442 del 20 marzo 2024, ha chiarito che soltanto per le donazioni sottoposte a registrazione (o che siano registrati volontariamente) scatta la tassazione. In queste ipotesi, come anche nel caso di atti di liberalità di oltre 1 milione di euro, la loro dichiarazione è effettuata nel contesto di una procedura di accertamento dei tributi.