Andrea Costa, responsabile Telecom per l’esposizione, illustra le tecnologie messe in campo: «Il nostro cloud computing a disposizione di 140 paesi».
Expo 2015 non è un punto di arrivo, ma di partenza. Un trampolino per uscire dalla crisi che va costruito investendo denaro e tempo. Si può sintetizzare così il pensiero di Andrea Costa, responsabile del Progetto Expo per Telecom Italia. L’azienda di telecomunicazioni è stata tra le prime a sostenere l’esposizione universale partecipando a un bando lanciato dalla società dell’Esposizione universale nell’estate del 2011. Da allora Telecom è global service partner con un investimento di circa 43 milioni: 11 milioni in cash e 32 milioni in beni e servizi.
Domanda. Che significato ha il ruolo di Global service partner?
Risposta. Per noi è molto importante perché è un’opportunità per rilanciare il motore dell’economia. Milano e l’Italia devono cogliere questa occasione più unica che rara, basti pensare che per risalire all’edizione precedente bisogna tornare al 1906.
D. Quali opportunità rappresenta Expo2015 per Telecom?
R. E’ un’importante occasione di ricerca, sviluppo e di creazione di nuove opportunità di partnership. Questa avventura, inoltre, è e sarà per noi un eccezionale trampolino di comunicazione e di visibilità a livello nazionale e internazionale.
D. Quali saranno i servizi a disposizione degli utenti?
R. I servizi a disposizione dei turisti e dei tantissimi addetti ai lavori utilizzeranno le nuove tecnologie di Near Field Communications. Ci saranno transazioni e pagamenti a partire dai servizi di biglietteria che avverranno in forma smart. E poi l’area sarà attrezzata con totem, tornelli e Pos in grado di interagire con i terminali mobili (cellulari e smartphone) di turisti.
D. Telecom realizzerà un sito web dedicato all’evento, cosa sarà possibile fare?
R. Dal luglio 2012 TI ha acquisito la gestione del Portale Istituzionale (www.expo2015.org) realizzato e gestito dal precedente Raggruppamento d’Impresa. Insieme al Portale Istituzionale, TI ha acquisito la gestione dei canali Social di Expo, tra i quali Facebook, Twitter, Youtube, Wikipedia.
D. Come è organizzato il lavoro?
R. In accordo con Expo, un team dedicato interviene sia sulle attività di gestione Redazionale sia di tipo tecnologico, nello specifico “Manutenzione «Adeguativa e Correttiva», che proseguirà fino a evento completato in modo da avere un Portale in linea con le linee guida di fruibilità ed accessibilità Web, e «Manutenzione Evolutiva» con finalità di evolvere il Portale sia per servizi/funzionalità oggi presenti che su quelle dovute ad esigenze innovative ed evolutive per nuove tecnologie e/o nuovi servizi. Inoltre, in occasione di eventi particolari che ci saranno prima dell’Evento del 2015, come ad esempio lo scorso International Participant Meeting, verranno realizzati dei Minisiti Evento collegati al Portale Istituzionale.
D. Quando inizieranno i lavori nel cantiere?
R. Possiamo distinguere due ambiti di intervento da parte di Telecom: la parte relativa all’infrastruttura TLC e quella relativa all’IT. Per quanto riguarda le infrastrutture TLC il 2013 sarà dedicato alla progettazione e all’integrazione con gli altri partner tecnologici, mentre tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 si procederà a tutte le opere di cablatura e posa degli apparati.
D. Sul fronte IT?
R. Per quanto riguarda l’IT, invece, si sta già procedendo alla progettazione e al delivery mediante l’utilizzo di Nuvola Italiana, la piattaforma che renderà Expo 2015 il primo evento «fully cloud powered»
D. Quale eredità lascerà la vostra partnership con Expo alla città?
R. L’eredità lasciata da Telecom sarà una piattaforma in grado di abilitare realmente e su scala industriale 20 milioni di persone per un anno intero. Attraverso il nostro cloud computing un’eccellenza italiana sarà messa a disposizione di 140 paesi per tutta la durata della manifestazione.
Inoltre attraverso una serie di iniziative che svilupperemo insieme ad Expo, come ad esempio l’iniziativa in corso denominata Changemakers for Expo 2015, un bando per la selezione di idee innovative da trasformare in startup, abbiamo intenzione di massimizzare la nostra partecipazione a questo evento come protagonisti del rilancio del “sistema Italia”.
D. Quali le novità rispetto alle edizioni precedenti?
R. L’Expo del 2015 sarà una manifestazione diversa da quelle precedenti. Sarà un Evento innovativo mediante l’impiego di tecnologie innovative mai utilizzate prima nelle Esposizioni. Il sito espositivo sarà una Digital Smart City del futuro che impiegherà sensoristica avveniristica anche prototipale.
D. Quali le novità tecnologiche?
R. Sarà un evento ad altissima concentrazione di connettività e banda larga. Senza dimenticare la Cyber Expo che consentirà la fruizione dell’evento attraverso la rete in modo del tutto innovativo, raggiungendo 1 miliardo di persone.
Queste sono le differenze rispetto alle edizioni precedenti ed è per questo che riteniamo importante esserci e investirci. Come noi, dopo di noi, ci stanno credendo in molti, come anche i 120 Paesi che hanno già dato la loro adesione.
D. Quali sono i rischi?
I rischi li vedo legati specialmente ai lavori per la realizzazione del sito espositivo. Più volte vengono paventati dai media rischi di infiltrazioni mafiose nell’esecuzione delle opere edili. Ma il sistema è in allerta e vigile.
D. Quali le opportunità?
Le opportunità sono invece molteplici. Uno studio della Bocconi ha messo nero su bianco i benefici che Expo apporterà al nostro Paese: 20 milioni di turisti che spenderanno mediamente 500 euro ciascuno; dal 2012 al 2020, quasi 25 miliardi di euro di produzione aggiuntiva (gli investimenti previsti dalla società e dai paesi partecipanti), che diventano più di 10 di valore aggiunto; 199 mila unità di lavoro, al netto di quanto necessario per pagare e costruire le infrastrutture previste.
D. Lo scetticismo iniziale ha lasciato spazio all’entusiasmo.
R. I momenti delle polemiche iniziali sono ormai un brutto ricordo. La nostra collaborazione con gli altri partner tecnologici sta andando alla grande. Così deve essere per tutti quei soggetti pubblici e privati coinvolti. Collaborazione, integrazione, in una parola: sistema. Questo è il momento del fare. E “si può fare” è la nostra parola d’ordine.
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